Dalla morte alla vita, passando per l’ambiente.

Compensazione di emissioni di CO2 attraverso progetti legati alla vita e alla solidarietà
con interventi realizzati in aree particolarmente svantaggiate del mondo


di Giorgio Gallo
Esperto in energie rinnovabili e sviluppo sostenibile

Anche se non li abbiamo probabilmente esplorati in tutta la loro portata, gli aspetti simbolici della cremazione sono sicuramente quelli che hanno motivato tutti noi a sceglierla come rito di fine vita. Siamo anche tutti più o meno consapevoli della procedura e dei costi collegati al rito che consideriamo. Credo siano molti meno quelli che si sono posti il problema delle ricadute ambientali. È un aspetto, trascurato in passato, che sta diventando un importante metro di misura di tutte le nostre scelte e, sicuramente, quello che utilizzeranno sempre di più le nuove generazioni, fino a integrarlo con e negli aspetti politici e simbolici della scelta del rito di fine vita.

Per deformazione professionale, occupandomi da più di quarant’anni di energia e ambiente, ho inevitabilmente considerato la cremazione anche sotto questo aspetto.

Nel momento storico attuale, l’unico elemento ambientalmente negativo è quello legato alle emissioni di CO2, o meglio, di gas climalteranti derivanti dalla combustione della salma attraverso bruciatori alimentati a gas naturale.

Nulla a che vedere comunque con le emissioni legate all’utilizzo all’aria aperta di cumuli di legna che in India, 5-600 kg di legna per cremazione, sono responsabili ogni anno della deforestazione di 50-60 milioni di alberi e dell’emissione di 8 milioni di tonnellate di gas serra. Ma, per capire meglio le proporzioni sul riscaldamento globale, basti pensare che nel 2010 la sola città di New York ha emesso 54 milioni di tonnellate di CO2.

Tuttavia, già a partire dal 2010, la SOCREM Torino APS – associazione di promozione sociale – ha voluto dare un forte segno ambientale con l’acquisto di nuovi macchinari che hanno ridotto del 50% i consumi di gas naturale.

Sempre per dare un segno evidente della sua volontà di garantire la massima sostenibilità del servizio offerto, ha deciso di compensare le emissioni residue attraverso l’acquisto di Crediti Volontari di Carbonio. I CERs (in inglese VERs) si ottengono realizzando impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, etc.) o sostituendo tecnologie meno efficienti con altre migliori o, soprattutto, con la  messa a dimora di un numero di piante sufficiente a sequestrare dall’atmosfera, durante il loro ciclo di vita, una quantità di CO2 corrispondente a quella dei certificati emessi (1 CERs = 1 ton di CO2). I Certificati sono verificati da soggetti indipendenti, a garanzia della reale consistenza delle compensazioni acquistate.

SOCREM Torino ha voluto effettuare la compensazione delle emissioni attraverso progetti legati alla vita e alla solidarietà con interventi realizzati in aree particolarmente svantaggiate del mondo,  non solo per contrastare gli effetti della desertificazione o dei disboscamenti incontrollati, ma anche per favorire migliori condizioni di vita e di reddito alle comunità coinvolte nei progetti.

Dal 2016, i Certificati utilizzati da SOCREM Torino sono quelli validati dalla Fondazione No Profit “Plan Vivo” di Edimburgo, che utilizza uno Standard diverso dagli altri, poiché garantisce che almeno il 60% del reddito generato dalla vendita dei CERs vada alle comunità locali e al miglioramento, sostenibile, delle loro condizioni di vita, grazie al sistema dei PES (Community Payments for Ecosystem Services) ideato dalla Fondazione stessa.

In questo momento i Certificati provengono dal progetto CommuniTree, uno dei progetti forestali più innovativi e avanzati che lavora per prevenire la deforestazione. Il progetto, che ha vinto il Rainforest Alliance Eco-Index Award, ha sede nel Nicaragua settentrionale, dove agli agricoltori viene offerto il pagamento per alberi piantati con cura e ben tenuti sulla loro terra. Il progetto utilizza diverse specie autoctone di piante e alberi e vari metodi di coltivazione, il tutto per massimizzare la crescita. Ad esempio, i cespugli di caffè vengono piantati insieme a colture più piccole per fornire ombra e protezione contro l’erosione del suolo. Per gli agricoltori del progetto, gli alberi forniscono protezione in caso di condizioni meteorologiche estreme perché legano l’acqua, prevengono le frane e offrono ombra agli animali, ai raccolti e non da ultimo alle oltre mille famiglie che vivono nell’area.

attestato di ringraziamento
Nel 2021 SOCREM Torino APS ha compensato 817 tonnellate di CO2.